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Humans

Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “Humans – Gli esseri umani

Emanuele Conte frasi

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Le note e la voce degli uomini, quando cantano e suonano in compagnia, diventano il miglior suono degli esseri umani.


Gli esseri umani sono individui soli ma vivono insieme, si moltiplicano, e insieme consumano le risorse della Terra; si incontrano, combattono, ma arrivano soli e uno ad uno ad aprire la porta del nulla o dell’eternità.


Una delle caratteristiche degli esseri umani è il non fermarsi mai.
Sono continuamente alla ricerca di cose nuove e con il tempo diventano sempre più dipendenti dalle loro scoperte e dalle loro tecnologie, ma c’è un’eccezione; “Nella gran parte dei casi, una volta almeno nella vita, ogni essere umano scopre quello di cui non può fare a meno, come un istinto, sono i sentimenti, un vero e proprio campo minato da attraversare.


I sentimenti sono nella natura degli esseri umani e il sentimento più bello e a volte più pericoloso è l’amore.
È come essere in un giardino pieno di fiori, oleandri, narcisi, azalee, rododendri… bellissimi, ma anche un po’ velenosi.


Quando si tratta di scegliersi, gli esseri umani sono guidati prima dal sospetto, poi dalla prudenza e spesso, alla fine, combinano comunque un sacco di guai.
Non vogliono avere a che fare con i loro simili che reputano poco affidabili o semplicemente differenti.
Ma quella di scegliersi non è una scienza esatta e lo si vede dalle cose dell’amicizia o dell’amore, dove per quanto possa essere grande l’allerta, ci si casca sempre.


Ci sono dei momenti nei quali gli esseri umani si scelgono senza alcuna riserva, sono i momenti delle catastrofi, dei grandi dolori; in quei momenti gli esseri umani, a parte qualche caso raro, tendono a stringersi per affrontare meglio le sfide.
Sfide date dalla natura, dall’odio, dalla sventura, ma anche dalla voglia di esplorare, di superare i limiti e le conoscenze.
Quelli sono i momenti nei quali gli esseri umani capiscono che quello di cui il mondo ha bisogno è semplicemente l’amore.


Quando gli esseri umani sentono che è il momento di stringersi, di stare insieme, di tendersi la mano, di eliminare le barriere, è allora che si cercano.
Si chiamano da un capo all’altro della Terra, cercano di mettere in connessione non solo le loro menti, ma anche le loro forze fisiche, le loro anime, ed è in quei momenti che l’umanità diventa un’unica galassia in grado di brillare come le stelle del cielo.


Gli esseri umani amano unirsi in gruppi, lo fanno per vari scopi o per raggiungere obiettivi comuni o individuali anche con l’aiuto degli altri, vogliono sentirsi parte di un qualcosa.
Spesso, questi gruppi portano a realizzare cose importanti e utili, altre volte, invece, questi insiemi di persone vengono ammaestrati e chi li ammaestra esprime le qualità peggiori dell’uomo.
La malvagità, il calcolo spregiudicato, lo sfruttamento degli altri, la mancanza di dignità, l’arroganza e a volte anche la violenza.


In certi casi l’ammaestratore è un boa costrictor vestito in giacca e cravatta; sorride agli esseri umani, li ammaestra, per poi controllarli senza il sorriso e strisciando nelle loro vite.
Tutto questo non sta solo nel marciapiede, è ovunque e a tutti i livelli.
Gli esseri umani sono maestri nel creare gabbie dorate che si trasformano in deserti senza fine, pieni di desideri inesauditi.


Gli esseri umani, semplici e complicati allo stesso tempo, ballano in maniera diversa a seconda delle scene che sono chiamati a calcare.


Ci sono esseri umani che vivono vite parallele che non si incroceranno mai, e sono destinati a osservarsi per sempre.
Fantasticano di come potrebbe essere, il perché di un vestito, di una faccia tesa o sorridente.
Succede perché tutti i giorni in molti viaggiano sulla stessa linea, ma sull’altro binario, perché le loro destinazioni non sono le stesse.
Si conoscono perfettamente, ma non sanno chi sono.


Gli esseri umani interagiscono tra di loro, con il mondo che li circonda e con gli altri esseri viventi.
Credono di dover radere al suolo tutto, perché sono convinti di avere bisogno di qualsiasi cosa.
Ma come in un vecchio e famoso libro che parla di giungla, e come in un film, suggerito in musica da un orso che si chiama Balù, quando gli esseri umani maturano, capiscono che forse è vero che: “ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile e tutti i tuoi malanni puoi dimenticar, in fondo basta il minimo, sapessi quanto è facile, trovare quel po’ che occorre per campar”.


Se un giornalista extraterrestre venisse inviato sulla Terra per raccontare cosa succede agli esseri umani in certe notti, probabilmente il suo articolo direbbe questo: “Gli esseri umani usano trovarsi dopo il tramonto del sole, in posti tipicamente bui, dove sono in funzione luci intermittenti e colorate. Lo fanno per conoscersi, per fare festa e nella speranza di poter cogliere le occasioni che la notte offre.
Per fare questo si muovono in modo inconsueto seguendo musiche trasmesse da grandi altoparlanti che suonano senza soluzione di continuità, il tutto orchestrato da un tizio che viene chiamato Dj e che pratica l’arte di raccordare ritmi e melodie registrate su dischi neri grandi, rotondi e in particolari apparecchiature primordiali che gli uomini chiamano computer”.


Gli esseri umani danzano e la loro danza serve a molte cose, ad esempio attrarre gli altri esseri umani per farseli amici, oppure esprimere gioia, amore, bellezza, propiziare ma, purtroppo, anche fare la guerra.


Nella loro ricerca della felicità, a volte gli esseri umani non riescono a tenere duro, si lasciano andare, abbandonano la speranza; ma una delle loro caratteristiche è quella che quando in un essere umano si spegne la speranza, ne arriva un altro che tenta di riaccenderla.
Spesso è una persona vicina, una persona cara, ma al più delle volte a riaccendere la speranza sono dei perfetti sconosciuti, o magari qualcuno che scrive meravigliose canzoni.


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