Citazioni, Aforismi e Frasi celebri

Winners & Losers

Testi di Emanuele Conte tratti dal programma radiofonico “Winners & Losers

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Oggi parliamo di vittorie e di sconfitte, anche se alla fine di ogni guerra, di qualsiasi tipo essa sia, nessuno vince mai veramente.
Le vittorie e le sconfitte sono solo capitoli, a volte splendenti ed esaltanti e a volte anneriti dallo sconforto.
La storia si ripete da sempre, perché nessuno fino ad ora è mai stato così convincente da far sì che gli esseri umani non si scontrino, non si dichiarino guerra di tanto in tanto, non organizzino agguati improvvisi l’uno a danno dell’altro, o peggio, a danno di loro stessi come quando sono neghittosi, in preda allo sconforto, convinti dalla superbia o travestiti di finta umiltà.
Il sorriso del vincitore e lo sguardo del vinto si alternano e sulle facce di tutti, a seconda di come vanno le cose, di come trascorrono i giorni.
C’è chi vince, a volte anche senza il bisogno di impegnarsi e chi pur lottando, non solo con il corpo ma anche con l’anima, esce sconfitto da alcune battaglie.
Ma per fortuna ci sono i vincitori, quelli veri, quelli che non prevalgono in ogni battaglia ma che alla fine vincono le loro guerre. Non sono degli dei o dei supereroi ma sono persone che apprezzano il loro tempo, assaporano la vita e non la temono, difficilmente pensano che i vicini tramino a loro danno e se anche lo facessero non se la prendono più di tanto.
Sono convinti che le cose possono andare male ma non è detto che questo debba accadere sempre e per forza. Vanno alla ricerca di soluzioni senza perdere il fiato per l’agitazione, fanno come nelle maratone: tengono l’andatura e cercano di regolare la respirazione fino al momento dello sprint finale.
I veri vincitori sanno che il modo più efficace per risolvere i problemi non è quello di abbattersi ma il mettersi alla ricerca di soluzioni, e non si vergognano se a volte si fermano a pensare o per chiedere a qualcuno come si fa quando le cose vanno male.
E poi ci sono i vinti dall’animo stanco, il cuore sofferente; i loro occhi hanno smesso di avere delle visioni e non sentono più il dolce sussurrare della speranza.


La paura, a volte la vinciamo, a volte ci sconfigge. La paura è un sentimento che ci avverte di un probabile pericolo ma non bisogna crederle sempre, perché in certi casi è una consigliera poco sincera che con la complicità della suggestione, dei cattivi consigli o delle informazioni sbagliate si prende gioco di noi.
Mai prendere sottogamba la paura, ma nemmeno crederle ciecamente.


C’è una paura speciale ed è bello quando ci si sente vittoriosi nei suoi confronti: è la paura di vivere.
Certe persone vivono spaventate dal primo vagito all’ultimo respiro, credono di essere nate nel posto sbagliato, hanno incontrato giorni sbagliati, persone sbagliate e credendo a loro si sono ferite, perdendo così la passione per il confronto.
Ma ci sono battaglie che bisogna combattere, che non sono errori anche se sono veramente difficili da vincere. Alcune di queste sono quelle che ingaggiamo contro il timore di non riuscire a sopportare gli effetti della timidezza, contro il terrore di non poter superare gli ostacoli, sia quelli reali o quelli che vediamo solo noi.
È proprio la paura di vivere che toglie lo slancio, libera la vergogna quando non ha motivo di essere e sega le gambe all’amore, alle emozioni, ai propri pensieri.
La paura di vivere è complice della paura di morire, due ingombranti dittatori che impediscono agli altri di esistere veramente.


In certe situazioni, per vincere veramente, la strategia giusta è quella di arrendersi affidandosi alle conseguenze.
Certe volte, per sentirsi vincenti è necessario rischiare lasciandosi andare senza pensare e semplicemente desiderando viaggiare, contro tutte le previsioni, la ragione e i validi motivi.
Nelle storie d’amore, l’unico modo per vincere è quello di fare ascoltare ai sentimenti il battito del proprio cuore.


Nelle storie d’amore, quando è vero amore, non si perde mai.
Ci sono amori che durano una vita, altri solo per poco tempo e alcuni durano per sempre, e se qualcosa ti separa da chi ami, il tuo amore continua a raccontarti di giornate passate, come fossero spighe d‘orzo dorate dal sole dei ricordi.


Certe leggende raccontano che chi vince una sfida prende tutto, umilia l’avversario, e non c’è nulla che si possa fare per mitigare la sconfitta. Ma non è sempre così.
Quando qualcuno perde lascia sempre un po’ di tristezza nell’animo di chi vince e non c’è odio così potente o amore così finito che possa ammutolire il pensiero di quello che avrebbe potuto essere ma non è stato.


“Come what may” nella lingua di Shakespeare, oppure “Que serà, serà”, come dice una canzone.
Ci sono delle situazioni o dei momenti nei quali si decide di lasciare che le cose accadano pur temendo le conseguenze e le sfide da affrontare.
Poter fare questa scelta è comunque una vittoria; succede quando non c’è via d’uscita, quando si è disperati, quando si decide di agire a tutti i costi e quando si è veramente innamorati.


Nelle storie fra le persone ci sono dei vincitori le cui vittorie valgono poco più di niente, si sono illusi di riuscire a trattenere quello che non si può possedere, nemmeno con un incantesimo.


Sono tanti i giorni segnati sul calendario delle tue attese, a volte ti senti sconfitto, ti è chiaro che hanno vinto gli altri e ne hai abbastanza di tutto e di tutti, sei stanco di credere che ce la puoi fare, ma poi, come un incosciente spericolato che non impara mai una lezione che sia una, cerchi di vedere una ragione per riprovare e provi ancora.


Sembra impossibile ma c’è un’espressione del viso che riesce sempre a vincere, succede all’improvviso e ce la fa a fermare anche solo per un attimo interi giorni tristi, lunghi minuti nervosi, interrompe spontaneamente anche la noia: è il sorriso.
Il sorriso vince sempre anche quando si spegne, perché di lui comunque resta un’ombra.
Un’ombra che cambia il tuo riflesso allo specchio e il colore dei tuoi ricordi.


Quando sei giovane gli anni camminano lenti, sei impaziente, vorresti fare tanta strada e in fretta, sei come a cavallo di un razzo pieno di carburante e diretto alla luna, ti senti attirato dalla luce che illumina il cielo di una notte che tutti ti hanno detto che presto passerà, basta solo avere un po’ di pazienza.
Con il passare dei giorni e il crescere dell’età inizi istintivamente ad accelerare il passo, sei attirato da qualcosa che vedi sostare prima della linea dell’orizzonte, sembra un punto chiaro che pulsando risplende.
Quando arrivi lì, però, ti accorgi che è solo una stazione di servizio con la sua insegna luminosa. Vorresti fermarti per bere qualcosa, cambiare acqua al canarino – come hai sentito dire da un altro avventore – ma il senso del dovere e la tua timida vanità decidono altrimenti.
Vedi che la strada va avanti e quel punto di luce è sempre lì, sembra che stia aspettando proprio te, giusto prima della linea dell’orizzonte, ma adesso ha iniziato a vibrare come se avesse fretta di andarsene via di lì, come quei miraggi sull’asfalto.
Fra te e te dici: “sarà uno in sosta vietata”, ma poi cerchi di non indagare con la mente, perché ci vorrebbe troppo tempo per mettersi a pensare e ti sei convinto che non ne resti molto prima che quella luce, quel sogno o quella persona che sia, se ne vada via, che svanisca.
A quel punto inizi a correre più veloce, ti senti a posto solo perché vai più di fretta e nella corsa inizi a sudare, mentre il tuo respiro affannoso vorrebbe darti dei consigli.
Ma non lo ascolti, tiri dritto, perché il tuo punto luminoso è lì che ti aspetta e non vorresti essere come un gatto che non riesce a prendere il topo.
Ma dopo una certa lunghezza della corsa, la luce che vedevi pulsare prima dell’orizzonte sparisce; di scatto ti giri indietro, lo fai istintivamente, quasi per chiedere a qualcuno cos’è successo, ma dietro di te non c’è nessuno.
Aggiusti lo sguardo e vedi che il tuo punto luminoso adesso è lì, proprio nel posto da dove sei partito, poco prima della linea di quell’orizzonte.
A quel punto accenni una risata di stizza, perché capivi che non serviva fare tanta strada, incontrare tanta gente, vedere tante cose, bastava girare pagina fin dall’inizio per trovare il tuo punto luminoso.


Sono grandi le speranze quando vedi che, anche se hai sbagliato, puoi ricominciare, di smettere i vestiti del vinto e magari pian piano trasformare l’esperienza in vittoria.
Sono grandi le speranze, sono quelle che ti salvano la vita.


Non bisognerebbe mai perdere la speranza, anche se questa ogni tanto se ne va per i fatti suoi. Solo così si può provare a vincere.


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